Guardare o non guardare, da ora in poi GONG, è, nelle intenzioni (quindi presto disattese), la mia categoria dedicata alle serie tv. Quelle nuove, quelle attuali, in qualche modo. Quindi, inutile parlare di Buffy, Breaking Bad, The Wire, o Firefly. Se state leggendo questo, avete e sapete benissimo come sono quelle serie, e magari le avete già ampiamente viste e riviste.

Quello che vorrei condividere, invece, è la mia mera opinione, di appasionato di tv-show, relativamente a quello che c’è attualmente in giro.

Cappello esaurito, via che si va.

The Strain

ouch!

Per coloro che non lo sanno ancora, The Strain è la serie voluta e creata da Guillermo del Toro uno degli attuali nerd al potere in giro per Hollywood. Guillermo è l’autore e il regista di alcuni film culto di genere di questi anni: da Hellboy a Blade 2, è amico di Cuaron e Inarritu, altri enfant prodige della scuola messicana e apprezzati e premiati (l’ultimo ha di recente vinto l’oscar).

The Strain è quindi la serie voluta e tratta dai suoi stessi libri, scritti in collaborazione con Chuck Hogan che è coautore anche della serie. La prima stagione è andata in onda su FX (quindi via cavo, ovvero canali a pagamento). E’ un horror/vampire che contiene moltissimi dei marchi di fabbrica di del Toro.

La “trama” presa di peso da wikipedia è la seguente:

Un aereo atterra al John F. Kennedy International Airport con le luci spente e le porte sigillate. L’epidemiologo Ephraim Goodweather e la sua squadra vengono chiamati a investigare. A bordo dell’aereo trovano centinaia di morti e solo quattro sopravvissuti. La situazione peggiora quando i corpi cominciano a scomparire dagli obitori. Goodweather e un piccolo gruppo di volontari si ritrova a combattere per proteggere non solo i loro cari, ma la città intera, da un antico male che minaccia l’umanità.

Ora. Nel 2014/2015 fare una serie su i vampiri, è senz’altro una scelta audace. Perchè il genere, sopratutto negli ultimi 15/20 anni è stato decisamente inflazionato ed esplorato. Vale quindi la pena di vedere una ennesima serie sul genere?

Guardare

  • Fotografia. La fotografia è magistrale. Si vede una mano chiaramente esperta, e personale. E’ roba che si vede più facilmente al cinema. Gli effetti speciali, anche se girati sicuramente senza i budget del cinema, ma sono estremamente credibili. Si vede che c’è una forte esperienza in merito.
  • Lo spunto narrativo è interessante. Non esattamente innovativo, ma interessante. Ovvero, oltre al setting classico vampiresco, qui, la questione ha un taglio molto meno “demonologico” a favore di una visione più epidemiologico. Il tutto è ben orchestrato, almeno nei primi episodi.
  • Alcuni personaggi, sono piacevolmente caratterizzati, che sicuramente entreranno nelle simpatie di chi guarda. Su tutti Fet.
  • Ci sono diversi omaggi di genere, autoreference, insomma, si ha sempre la sensazione di essere “tra amici”. Ovviamente se i vostri amici sono nerd. 😉

Non guardare

  • Alcuni attori, e alcune caratterizzazioni, sono inutili. Oltre al tentativo un pò troppo d’accatto di calare tutti i problemi sul personaggio principale Ephraim “Eph” Goodweather/Corey Stoll (già Peter Russo, con quella sua faccia dolorante, in House of Card), con la chiara intenzione di fare pena allo spettatore. Goodweather ha tutti i problemi del mondo: un passato da alcolista, un presente (e un futuro) da workaholic (dipendenza dal lavoro), un matrimonio distrutto, ma un nuovo compagno per la moglie che è essenzialmente un coglione. Insomma, tutto tanto troppo “indirizzato”. Purtroppo la media dei personaggi interessanti/ben caratterizzati è decisamente inferiore a quella dei personaggi banalotti e che si muovono su un binario troppo evidente.
  • Va bene il citazionismo, ma quando è così smaccato e autocompiacente, ogni tanto, potrebbe risultare antipatico. A me va bene, che del Toro piace, però ad alcuni potrebbe risultare indigesto.
  • La trama base, pur avendo un paio di spunti interessanti, viene svolta davvero in modo un pò troppo banalona e diretta. Sembra di assistere più allo sviluppo di una sessione di role playing che ad una storia realmente scritta (con twist, scelte difficili, ecc). Tanta attenzione al setting, al “look and feel” non trova una controparte nella costruzione della storia vera e propria.
  • E’ chiaramente trash. Di per se non è un difetto, anzi, è “buffy meet the walking dead”. Purtroppo però, muoversi sulla linea del trash è sempre complicato, si veda la triste fine fatta con True Blood. E anche qui, la sensazione che oltre allo stile non ci sia molto altro, è un pò troppo forte per fare finta di nulla.

giudizio finale: GONG?

Purtroppo, almeno per me, non c’è una risposta univoca. E visto che sono un cretino, mi sono scelto una serie controversa per questo esperimento di recensione. Alla fine l’ho guardata e guarderò la seconda stagione, ma siamo di fronte al un 51%/49%. Si svacca in tante occasioni, diversi personaggi sono inutili e poco appassionanti. Altri sono fantastici. Il look è strepitoso, e questa cosa dei vampiri/zombie è molto ben fatta oltre che una rilettura “nuova” di un genere ampiamente esplorato. Guardate almeno il pilot, e magari i primi due/tre episodi, poi decidete. Se non la vedrete, cmq, non perderete (per ora) un capolavoro indiscusso.

giudizio: guilty pleasure.

[guardare o non guardare] The Strain
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